Educazione alla Legalità – Incontro con Il prof. Valerio Onida

Incontro ONIDA 2015 - 2648Venerdì 13 febbraio il percorso di educazione alla legalità ha avuto il suo debutto.

Tutto è partito da una domanda: “ Come possiamo far riflettere i ragazzi sul rapporto che c’è tra legalità e libertà? Tra regole e diritti?”

Quest’anno si è pensato di focalizzare l’attenzione sul binomio: libertà – regole, cioè è possibile essere liberi pur agendo nella piena legalità?

Questi due termini sembrano contrastarsi reciprocamente, ma per rispondere a questo quesito la nostra scuola è stata onorata della presenza del prof. Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale.

Il professor Onida , dopo aver ascoltato un paio di riflessioni elaborate dai nostri studenti, introduce il tema della “società”, la quale attualmente essendo complessa deve essere organizzata, pertanto le regole sono necessarie per far sì che si raggiungano determinati obiettivi.

Sul concetto di “regoIncontro ONIDA 2015 - 2639la” Onida distingue due categorie: quelle che vengono formulate per raggiungere il BENE COMUNE, dalle regole che consentono di vivere meglio in una società e quindi garantire la libertà altrui. Ed ecco il punto nevralgico dell’incontro: regole e libertà devono necessariamente convivere perché, continua Onida, la conoscenza delle regole consente di muoversi liberamente in un territorio, tenendo conto della presenza degli altri, quindi la libertà dell’essere umano che vive in società esige la presenza di regole.

Scrive Laura, alunna della classe 3B: “ la libertà è un bene comune, ma certe volte bisogna soffrire per conquistarla … le regole servono per creare giustizia e pace, senza le quali regnerebbe solo il caos. Interpretando le regole in modo errato si limita la libertà, pertantoIncontro ONIDA 2015 - 2632 quando hai la libertà degli altri sulle spalle, allora sì che bisogna rispettare le regole. Siamo noi la salvezza, la nuova generazione può liberare il mondo dalle catene dell’ingiustizia ed è per questo che non dobbiamo restare in silenzio, ma farsi sentire”.